Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00332
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Atto n. 3-00332
Pubblicato il 5 aprile 2023, nella seduta n. 54
STEFANI, BERGESIO, BIZZOTTO, CANTALAMESSA - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
dai dati emersi al Mido Milano eyewear show, fiera internazionale di riferimento del settore dell’occhialeria tenutasi nel febbraio 2023, la produzione dell’occhialeria italiana è di 5,17 miliardi di euro in crescita del 24 per cento rispetto al 2021;
le esportazioni di montature, occhiali da sole e lenti assorbono circa il 90 per cento della produzione del settore e sono cresciute del 22,5 per cento nel 2022 arrivando a 4,94 miliardi di euro;
l’occhialeria è uno dei settori più importanti del made in Italy;
l’articolo 60 del codice doganale dell’Unione europea (regolamento (UE) n. 952/2013) nel determinare l’origine non preferenziale di un prodotto fa riferimento a due criteri: criterio delle merci internamente ottenute, in base al quale “le merci interamente ottenute in un unico paese o territorio sono considerate originarie di tale paese o territorio”; criterio dell’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, in base al quale “Le merci alla cui produzione contribuiscono due o più paesi o territori sono considerate originarie del paese o territorio in cui hanno subito l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale ed economicamente giustificata, effettuata presso un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione”;
quest’ultimo criterio si applica alle merci lavorate in due o più Paesi o prodotte con l'impiego di materiali o componenti non originari della UE. In base a questo criterio, un bene è originario nel Paese in cui è avvenuta l'ultima lavorazione o trasformazione, che deve essere: sostanziale, cioè ha come risultato un prodotto nuovo, con composizione e proprietà specifiche che prima di tale lavorazione non possedeva oppure rappresenta una fase importante del processo di fabbricazione; economicamente giustificata ovvero con un aumento di valore; effettuata da un'impresa attrezzata a tale scopo;
per il settore dell’occhialeria si considera sostanziale qualsiasi trasformazione effettuata in Italia che determini un incremento in valore di almeno il 45 per cento del prezzo franco fabbrica del prodotto finito;
il settore è fra più colpiti da forme di aggressiva concorrenza che spesso generano comportamenti scorretti sul mercato ed ingannevoli per i consumatori, portando questi ultimi ad identificare prodotti come made in Italy quando in realtà sono quasi interamente prodotti all’estero;
le aziende che producono in Italia, dovendo affrontare costi di produzione estremamente alti rispetto ad aziende che producono in Paesi stranieri a basso costo, o acquistano all’estero il prodotto semifinito, svolgendo in Italia esclusivamente una fase di lavorazione sostanziale tale per cui il prodotto è indicato come “made in Italy”, si trovano pertanto in una situazione di evidente svantaggio competitivo;
il legislatore italiano è più volte intervenuto nel regolamentare l’utilizzo del marchio. Il decreto-legge n. 135 del 2009 ha introdotto il marchio collettivo “100% made in Italy”, e successivamente la legge n. 55 del 2010 ha attribuito il marchio made in Italy ai prodotti del settore tessile, pelletteria e calzaturiero, per i quali almeno due delle quattro fasi di lavorazione erano avvenute in Italia; leggi di fatto mai entrate in vigore per la forte opposizione delle istituzioni europee;
da notizie di stampa si apprende dell’intenzione del Governo di valorizzare le produzioni del made in Italy, anche attraverso l’adozione di indicazioni geografiche indicanti l’origine e la provenienza dei prodotti,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per tutelare le aziende del settore dell’occhialeria che producono in Italia, mettendole in condizioni di competere sul mercato e di difendersi da forme aggressive di concorrenza perpetrate a danno loro e del consumatore finale.