Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-00359

Atto n. 4-00359

Pubblicato il 12 aprile 2023, nella seduta n. 55
Risposta pubblicata il 5 ottobre 2023 nel fascicolo n. 33

ROJC, GIACOBBE, FURLAN, MARTELLA, CAMUSSO, RANDO, SENSI, LA MARCA, FINA, D'ELIA, VALENTE - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

negli ultimi 15 mesi la Guardia di finanza della compagnia di Latisana (Udine) ha scoperto 69 lavoratori “in nero” e irregolari nell’ambito di 38 controlli in aziende agricole, ditte di fornitura di manodopera e in imprese attive nell’edilizia;

le verifiche hanno portato alla contestazione di sanzioni amministrative per circa 700.000 euro nei confronti dei datori di lavoro;

i finanzieri hanno operato nei 12 comuni del comprensorio della compagnia latisanese;

l’azione ispettiva ha riguardato successivamente reati fiscali, “poiché l’utilizzo di manodopera non regolare ha consentito, come si legge in una nota dello stesso comando provinciale di Udine della Guardia di finanza, di occultare ricavi per un importo superiore a 2 milioni di euro, effettuando accessi diretti ai posti di lavoro, intervistando i lavoratori presenti, per poi verificare se la loro posizione era stata regolarmente comunicata agli enti preposti”;

in alcuni casi i lavoratori sono risultati completamente “sommersi”;

con più frequenza è stata accertata la violazione di mancata comunicazione da parte del datore di lavoro;

i lavoratori in nero risultato provenire prevalentemente da Pakistan, India, Romania e Albania;

ha spiegato al “Messaggero Veneto” del 6 aprile il colonnello Enrico Spanò, comandante provinciale della Guardia di finanza di Udine: “questi controlli sono orientati a garantire un presidio di legalità nei diversi contesti agricoli produttivi, commerciali e dei servizi presenti nel territorio. Le attività proseguiranno anche nei prossimi mesi, poiché il contrasto al lavoro sommerso rappresenta uno degli obiettivi prioritari assegnati ai reparti della Guardia di finanza per il 2023. La regolarità delle assunzioni e dei contratti di impiego mira prima di tutto a tutelare i diritti dei lavoratori e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il lavoro nero rappresenta un danno per l’erario e consente agli operatori economici di competere in modo sleale con le imprese in regola”;

la prima firmataria della presente interrogazione ricorda inoltre che, nel mese di marzo 2023, la Guardia di finanza di Gorizia aveva arrestato 4 persone per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera nell’ambito di un'indagine sul fenomeno del caporalato, e nello stesso mese 68 lavoratori in nero sono stati scoperti dalla Guardia di finanza nella ristorazione triestina;

commentando l’operazione della Guardia di finanza di Latisana, il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, ha dichiarato al “Messaggero Veneto” del 6 aprile che “occorre avere il polso fermo” e che “servirebbero più controlli ma purtroppo mancano gli ispettori”; inoltre, aggiunge che “è quanto mai necessario accentuare gli alert, le prese di contatto, in particolare da parte dei sindacati, che peraltro svolgono un ottimo lavoro in questo senso, nelle aziende, rilanciando tali segnalazioni alle forze di polizia. Con l’approssimarsi delle stagioni determinanti per l’agricoltura, diventa fondamentale avere il polso molto fermo, intensificare i controlli anche se questi non sono sempre agevoli, anche per le risorse ridotte a disposizione dell’Ispettorato del lavoro”;

anche le organizzazioni sindacali della bassa friulana hanno preso posizione su quanto è avvenuto dichiarandosi “sconcertati” dall’ennesimo caso di lavoro nero emerso in Friuli-Venezia Giulia;

“la lotta allo sfruttamento della manodopera in agricoltura, hanno dichiarato al “Messaggero Veneto” del 6 aprile scorso Pier Paolo Guerra, segretario Uila Uil Fvg, Maurizio Comand della Flai Cgil e Stefano Gobbo della Fai Cisl del Fvg, passa anche attraverso il controllo e il rafforzamento dei servizi ispettivi ordinari e non solo purtroppo attraverso sporadici blitz che non determinano alcun effetto positivo per i lavoratori sfruttati. Si deve passare attraverso il rafforzamento e la creazione di nuove strutture ispettive territoriali. Per queste ultime riteniamo importante realizzare un vero coordinamento tra tutti gli enti di vigilanza che fino ad ora hanno agito totalmente scoordinati tra loro”;

il Governo sembrerebbe orientato a togliere l’autonomia all’Ispettorato del lavoro per riportare le sue competenze sotto il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, suscitando così preoccupazione anche nelle organizzazioni sindacali,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di proseguire l’azione già avviata dal precedente Governo per quanto riguarda la sicurezza nei posti di lavoro;

se non intenda potenziare il personale in servizio presso l’Ispettorato del lavoro e contestualmente promuovere, per quanto di competenza, una più efficace azione di coordinamento con gli altri enti preposti, a partire dalle ASL territoriali, con l’obiettivo di incrementare sensibilmente il numero dei controlli.