Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01093
Azioni disponibili
Atto n. 3-01093 (in 10ª Commissione)
Pubblicato il 24 aprile 2024, nella seduta n. 183
FURLAN, FRANCESCHELLI, PARRINI, ZAMBITO, BASSO, CAMUSSO, D'ELIA, DELRIO, FINA, GIORGIS, IRTO, LA MARCA, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, NICITA, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell'economia e delle finanze e delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
il 22 aprile 2024 è andata in onda, durante la trasmissione televisiva “Report”, una lunga inchiesta sulle cave di marmo che si trovano nel comune di Carrara. Sono emerse dichiarazioni fuorionda dell’imprenditore Alberto Franchi, titolare di una concessione per gli scavi, che, discutendo di sicurezza sul lavoro, ha affermato che gli operai delle cave “si fanno male perché sono deficienti”, ribadendo poi che gli incidenti sul lavoro degli ultimi 10 anni sarebbero “colpa” degli operai;
come rilevato dall’INAIL, tra il 2000 e il 2021 si sono verificati in Toscana ben 2.569 casi di infortuni sul lavoro, di cui 2.516 avvenuti durante lo svolgimento delle mansioni lavorative;
in Toscana, è proprio la provincia di Massa-Carrara a detenere il triste primato, con 1.826 incidenti, anche in virtù della maggiore rilevanza dell’attività estrattiva nella zona. Sebbene negli ultimi 10 anni si sia registrata una progressiva diminuzione degli infortuni, la cava continua a rappresentare un ambiente a rischio che richiederebbe standard di sicurezza elevati;
come noto, l’escavazione del marmo di Carrara rappresenta uno dei settori economici trainanti del territorio. Si rilevano, tuttavia, forti criticità legate al rispetto degli standard di sicurezza sul lavoro e all’impatto ambientale dell’attività estrattiva, oltre all’annosa questione delle concessioni;
il Comune di Carrara amministra gli agri marmiferi, ovvero gli appezzamenti di cava considerati pubblici, che vengono dati in concessione per un certo periodo di tempo a singoli privati o a soci. Tuttavia, tale procedura non si applica ai “beni estimati”, una particolare categoria di cava sul cui regime giuridico pesa una controversia secolare: in virtù di un editto emanato nel 1751 da Maria Teresa Cybo-Malaspina, sovrana del Ducato di Carrara, infatti, questi agri marmiferi sono considerati proprietà privata e, in quanto tali, non sono sottoponibili a procedure concorsuali pubbliche;
i tentativi del Comune di Carrara e della Regione Toscana di normare la situazione nel corso degli anni non hanno prodotto alcun risultato, se non ricorsi e cause civili che hanno visto prevalere gli imprenditori che, a tutt’oggi, che ritengono di “possedere” il 30 per cento delle cave di Carrara senza pagare alcuna concessione, arrecando un danno di 4 milioni di euro all’anno alle casse del Comune;
recentemente, gli imprenditori che gestiscono il restante 70 per cento delle cave hanno firmato una convenzione con il Comune, a seguito di una legge regionale del 2015, che prevede gare pubbliche ogni 25 anni a decorrere dal 2042. Il giorno successivo alla firma, gli stessi imprenditori hanno avviato azioni legali per rivendicare il presunto diritto perpetuo menzionato nell'editto del 1751;
negli anni scorsi il Comune di Carrara e la Regione Toscana hanno chiesto un ennesimo parere. Ad esprimersi questa volta è stata l’università di Roma 3, che ha stabilito che i beni estimati appartengono al patrimonio indisponibile del Comune;
in merito alla controversia si è espressa nel 2016 anche la Corte costituzionale, rinviando al Parlamento la questione della natura privata o pubblica dei beni estimati;
sull’obiettivo di disciplinare l’attività estrattiva nell’ambito del distretto apuo-versiliese (alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 228 del 2016 sulla questione di legittimità costituzionale dell’articolo 32, comma 2, della legge della Regione Toscana n. 35 del 2015) fu presentata una proposta di legge d’iniziativa del Consiglio regionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda adottare al fine di garantire la sicurezza sul lavoro per gli operatori delle cave di marmo di Carrara, nonché il contenimento dell’inquinamento derivante dalle attività di escavazione;
quali azioni si intenda altresì adottare, nell’ambito delle rispettive competenze, al fine di garantire che i suddetti beni siano considerati a tutti gli effetti patrimonio indisponibile comunale, sottoposti a gara per concessioni temporanee.