Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01277
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Atto n. 4-01277
Pubblicato il 18 giugno 2024, nella seduta n. 199
D'ELIA, CAMUSSO, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FURLAN, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VALENTE, ZAMBITO - Al Ministro della cultura. -
Premesso che:
negli anni 2015-2023, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma ha incrementato le donazioni degli archivi privati (come quelli dei galleristi romani Sargentini, Miscetti, Minini o dei pittori Capogrossi, Rizzo, Cavalli) portandoli da 12 a 57, trasformando l’edificio costruito nel 1911 in un centro studi, oltre che di mostre, in forza dei vasti depositi sotterranei;
si apprende a mezzo stampa che recentemente la nuova direzione della Galleria nazionale intende ridurre lo spazio del museo dedicato alla conservazione, promozione e diffusione del patrimonio artistico e intellettuale;
la causa consisterebbe in imminenti lavori di ristrutturazione dei locali che attualmente ospitano gli archivi e gli altissimi costi di manutenzione e gestione degli archivi;
a partire dal 2017, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea ospita un notevole materiale documentario che compone l’attuale fondo Carla Lonzi, critica d’arte, filosofa e saggista, nei manuali considerata un’avanguardia filosofica del ‘900 italiano, studiata e tradotta in tutto il mondo;
il fondo è stato acquisito dalla galleria dal figlio Battista Lena attraverso un contratto di comodato d’uso gratuito che ha scadenza nel 2027 che non prevede una recessione anticipata dall’accordo;
i vari documenti del fondo sono stati restaurati, catalogati, digitalizzati con investimenti del Ministero della cultura come previsto dal contratto di comodato;
studiosi e studiose da tutto il mondo consultano il fondo, fanno ricerche che producono mostre, pubblicazioni, convegni, tesi di laurea, film, documentari;
è volontà della nuova direttrice anche restituire la parte dello sterminato archivio di Anton Giulio Bragaglia, ancora in comodato, di fatto dividendo in due il patrimonio archivistico fondamentale per la storia della fotografia e dello spettacolo d'avanguardia in Italia;
considerato che:
prevale la visione dello spazio museale come spazio di fruizione dell’arte e non come luogo pubblico che tiene insieme tutela e ricerca, formazione e valorizzazione, memoria e innovazione;
si rischia di spezzare l’unitarietà degli archivi di fatto facendo venir meno il vincolo che li tiene insieme, tutelato dal codice dei beni culturali;
questi episodi hanno visto autorevoli voci e competenze mobilitarsi e esprimersi affinché non venga perso il patrimonio archivistico,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto descritto in merito alla volontà di allentare la tutela su archivi di tale rilevanza artistica e culturale e se non ritenga opportuno intervenire per scongiurare queste operazioni anche promuovendo il riconoscimento dei fondi quali beni culturali, rappresentando essi rilevante interesse artistico, storico, archivistico e bibliografico secondo quanto previsto dal codice dei beni culturali.