Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01767

Atto n. 4-01767

(già n. 3-01104)

Pubblicato il 28 gennaio 2025, nella seduta n. 267

MARTELLA, FRANCESCHELLI, CAMUSSO, ROJC, VERINI, VERDUCCI, MISIANI, ROSSOMANDO, RANDO, D'ELIA, TAJANI, IRTO, ZAMBITO, MANCA, FURLAN, LA MARCA, BASSO, DELRIO, MALPEZZI, GIORGIS, CRISANTI, FINA, GIACOBBE - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. -

Premesso che:

in data 29 aprile 2024, il commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, Giovanni Fiori, durante l’incontro a palazzo Chigi con Governo e sindacati dei metalmeccanici, ha presentato una bozza di piano industriale per Acciaierie d’Italia;

prevede un ottimistico rilancio della produzione d’acciaio presso lo stabilimento ex ILVA di Taranto. Nel 2025, la produzione di acciaio dovrebbe raggiungere la soglia di 6 milioni di tonnellate attraverso il pieno utilizzo degli altiforni Afo 1, Afo 2 e Afo 4. Dal 2026, la produzione di 6 milioni di tonnellate dovrebbe essere garantita dall’altoforno Afo 2 e dall’entrata in funzione, in sostituzione degli altiforni 1 e 4, di due forni elettrici la cui costruzione inizierà nel primo semestre 2025. Ognuno degli altiforni elettrici dovrebbe garantire una produzione di acciaio di 2 milioni di tonnellate all’anno;

nel corso dell’incontro, il Ministro in indirizzo ha annunciato, altresì, ai sindacati che nella seconda metà di maggio 2024 sono programmate visite presso l’ex ILVA di Taranto di società che hanno manifestato interesse all’acquisto dello stabilimento;

nel corso dell’incontro, i sindacati sono stati informati della possibilità di un nuovo intervento per sbloccare ulteriori risorse, pari a circa 150 milioni di euro (aggiuntive rispetto ai 150 milioni di euro già messi a disposizione dei commissari), necessarie per conferire liquidità ad Acciaierie d’Italia, in attesa del via libera dalla UE al prestito ponte da 320 milioni di euro, senza le quali lo stabilimento siderurgico sarebbe destinato alla chiusura immediata. Tali ulteriori risorse sarebbero prelevate dalle risorse del patrimonio destinato in dotazione ai commissari straordinari di ILVA in amministrazione straordinaria;

nel complesso, pertanto, le risorse che si prospettano disponibili per la continuità operativa degli stabilimenti siderurgici di ADI in amministrazione straordinaria sono pari a circa 620 milioni di euro;

considerato che:

attualmente nello stabilimento siderurgico di Taranto è in funzione soltanto l’altoforno Afo 4, mentre Afo 1 e 2 sono fermi per manutenzione. In particolare, Afo 1 è fermo da agosto 2023. Secondo quanto indicato dai sindacati, questo altoforno ha bisogno di interventi di messa in sicurezza per un investimento pari a non meno di 100 milioni di euro. Afo 2 è fermo dal dicembre 2023 per manutenzione e problemi tecnici. Molto più complessa la situazione di Afo 5, il più grande d’Europa, ormai fermo dal 2015 e in una situazione impiantistica disastrosa per cui, secondo la bozza di piano industriale, non sarà rimesso in funzione. La produzione è pertanto ai minimi e si attesta ad 1,6 milioni di tonnellate;

per la ripresa dell’attività produttiva degli altiforni 1 e 2 e per garantire i livelli di produzione stimati per il 2025, occorrono ulteriori ingenti risorse che attualmente, anche in ragione dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia in atto e della cronica mancanza di liquidità, non sembrano immediatamente disponibili se non per piccoli interventi di manutenzione;

l’ipotesi prospettata dalla bozza di piano industriale della realizzazione e dell’entrata in funzione dei due forni elettrici nel 2026, in sostituzione degli altiforni 1 e 4, prefigura ricadute occupazionali per circa 4-5.000 esuberi, per non parlare dei 1.700 lavoratori di ILVA in amministrazione straordinaria già oggi in esubero, nonché un ridimensionamento, rispetto al precedente piano, dei livelli produttivi da 8 a 6 milioni di tonnellate annue di acciaio;

tenuto conto che:

a fronte di queste difficoltà, le risorse messe a disposizione per la continuità operativa degli stabilimenti ex ILVA e il rilancio di Acciaierie d’Italia sono del tutto insufficienti. Quelle disponibili serviranno nei prossimi mesi soltanto per pagare gli stipendi, le forniture di gas e a stento per garantire una minima ripartenza per le ditte dell’indotto in relazione alla manutenzione degli impianti;

a seguito dell’incontro, i sindacati hanno espresso una totale contrarietà ai contenuti della bozza di piano industriale per il rilancio di Acciaierie d’Italia: per i sindacati, in assenza di nuove intese, rimangono valide quelle già sottoscritte nel 2018 a difesa dell’occupazione di migliaia di lavoratori, sia ex ILVA sia di ADI;

la bozza di piano industriale di ADI in amministrazione straordinaria prefigura un forte ridimensionamento produttivo ed occupazionale per gli stabilimenti ex ILVA e, a parere dei sindacati, sembra utile soltanto a rinviare la soluzione dei problemi e ad ottenere nell’immediato il via libera dalla UE per il prestito ponte di 320 milioni di euro,

si chiede di sapere:

quali ulteriori iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere, nel rispetto delle procedure di amministrazione straordinaria, per garantire l’effettiva e rapida ripresa delle attività produttive ed occupazionali negli stabilimenti ex ILVA di Taranto, nonché di Genova Cornigliano e Novi Ligure e se, a tal fine, non ritenga ancora validi i contenuti dell’intesa con i sindacati e dell’accordo sottoscritto nel 2018;

quali misure intenda adottare al fine di garantire il superamento delle problematiche di manutenzione e messa in sicurezza degli altiforni 1 e 2, indispensabili per consentire un effettivo incremento degli attuali livelli di produzione di acciaio;

se non ritenga opportuno che il piano industriale per il rilancio produttivo ed occupazionale sia preventivamente concordato con i sindacati e le imprese dell’indotto, a maggiore tutela di migliaia di lavoratori e di importanti attività imprenditoriali locali, nonché con le istituzioni locali, al fine di garantire, oltre alla ripresa produttiva ed occupazionale, anche l'attuazione dei progetti relativi all'area di Taranto in materia di bonifica e risanamento ambientale, transizione ecologica degli impianti e tutela della salute;

quali iniziative intenda intraprendere al fine di favorire il passaggio degli stabilimenti ADI in amministrazione straordinaria ad una proprietà con uno o più soci industriali in grado di investire risorse per il rilancio della produzione e dell’occupazione negli stabilimenti siderurgici.

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