Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01671

Atto n. 3-01671

Pubblicato l'11 febbraio 2025, nella seduta n. 271
Svolto il 27 febbraio 2025 nella seduta n. 279 dell'Assemblea

FURLAN, BASSO, BAZOLI, CAMUSSO, CASINI, D'ELIA, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, GIACOBBE, IRTO, LA MARCA, MANCA, MARTELLA, MISIANI, NICITA, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, VERINI, ZAMPA - Al Ministro dell'istruzione e del merito. -

Premesso che:

secondo i più recenti dati forniti da Eurostat il tasso di abbandono scolastico in Italia è del 10,5 per cento; pur diminuendo rispetto alle precedenti rilevazioni, si tratta di una percentuale che si colloca ancora al di sopra della soglia del 10 per cento fissata quale obiettivo dalla strategia “Europa 2020” dell’Unione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; inoltre, la percentuale rimane una delle più alte in comparazione con gli altri Stati membri della UE, sol che si consideri che nella graduatoria complessiva l’Italia si colloca al quintultimo posto;

il dato appare ancor più grave e significativo se si considera la distribuzione territoriale delle percentuali di abbandono scolastico, sia con riferimento alle macroaree territoriali che con riferimento alle singole regioni; infatti, se al Centro e al Nord il tasso di abbandono scolastico si colloca al di sotto della soglia del 10 per cento (rispettivamente 7 per cento al Centro e tra l’8 e il 9 al Nord), al Sud e nelle isole il tasso aumenta notevolmente e, se nel Sud continentale si assesta al 13,5 per cento, nelle isole arriva al 17,2 per cento; con riferimento invece alle regioni e alle province autonome, esse si collocano al di sopra del 10 per cento;

altrettanto preoccupante il dato, in relazione alle condizioni delle studentesse e degli studenti, che evidenzia un maggior tasso di abbandono da parte dei ragazzi rispetto alle ragazze e un divario assai significativo tra studenti a seconda dell’esistenza o meno di un background migratorio: se tra gli studenti che non presentano background migratorio, il tasso di abbandono si arresta al 9 per cento, la percentuale arriva al 26,8 per cento tra gli studenti che invece presentano tale background;

la gravità del dato è infine ulteriormente aggravata dal carattere esiguo delle risorse pubbliche investite nell’educazione; anche in questo caso, infatti, l’Italia è uno dei 5 Stati membri della UE che investono meno sull’istruzione pubblica, destinando ad essa solo il 4,1 per cento del PIL, a differenza, ad esempio, di Paesi come la Svezia (7,1 per cento del PIL), Belgio (6,3 per cento) ed Estonia (5,8);

considerato che:

l’abbandono scolastico è uno dei più rilevanti segnali della povertà educativa che affligge una rilevante percentuale di bambini e ragazzi nel nostro Paese; l’incidenza della povertà educativa, d’altra parte, si pone in diretta antitesi con la rilevanza centrale che la Costituzione annette all’istruzione pubblica di qualità e, soprattutto, alla sua accessibilità “a tutti” (art. 34, comma primo, della Costituzione); le stesse disposizioni costituzionali impongono, peraltro, di investire rilevanti quote di risorse pubbliche per assicurare l’effettiva gratuità dell’istruzione inferiore (art. 34, comma secondo) e per consentire ai capaci e meritevoli di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione medesima (art. 34, comma terzo);

in questa ottica, l’articolo 1, comma 392, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, aveva istituito un apposito fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, destinato a sostenere interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori;

la legge 30 dicembre 2024, n. 207 (legge di bilancio per il 2025), non ha rifinanziato il fondo, così eliminando uno dei più rilevanti presidi di prevenzione e contrasto del fenomeno,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per attuare programmi di contrasto alla povertà educativa minorile e al fenomeno dell’abbandono scolastico, in modo particolare nelle regioni dell’Italia meridionale;

se non ritenga necessario prevedere il rifinanziamento del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.